LA NOSTRA ESPERIENZA DI TREKKING PER LE MONTAGNE DEL BIELLESE:

Trekking 1Abbiamo intrapreso questa iniziativa per dimostrare il beneficio metabolico dello sport ai ragazzi con diabete ed educarli su come affrontare l’attività fisica non usuale.
Poiché nel corso delle visite periodiche in ospedale il rapporto che possiamo costruire con i nostri ragazzi è sempre limitato dal tempo e da tutte quelle cose che “ci tocca fare”, nasce in noi -medici curanti- e nei ragazzi il desiderio di condurre qualche esperienza “fuori dall’Ospedale”, possibilmente in un contesto sereno. Inoltre l’importanza dell’attività fisica nel controllo del diabete, e l’adeguamento la terapia nella pratica sportiva sono spesso poco affrontati nel corso delle visite in ambulatorio, cosicché, in definitiva, la ricezione per i nostri ragazzi dell’importanza dell’attività fisica e su come adeguare la terapia sono inadeguate. Viceversa nei periodi di vacanza dedicati ai ragazzi con diabete (campi estivi, gite organizzate, attività sportive specifiche) è possibile agire in maniera efficace.
Il nostro progetto di trekking voleva collocarsi come esperienza più lunga di una gita e più elevata, come obbiettivi fisici, rispetto ai campi, prevedendo 2 giorni fuori casa, in cammino di montagna, ed affrontando così un percorso più impegnativo, ma divertente ed a contatto con la natura.
Trekking 2La possibilità di eseguire attività fisica in maniera continuativa per un lungo periodo come richiede un trekking di due giorni, permette di affrontare adeguatamente il tema dell’importanza dell’attività fisica e di come adeguare la terapia; ed aggiunge interesse dei ragazzi ad intraprendere regolare attività fisica.

Inoltre volevamo vivere un momento distensivo di condivisione di vita, e di confronto con i nostri ragazzi, senza camici e senza impedimenti formali, e proporci come compagni in una “piccola impresa”.

Diario del 13 e 14 giugno 2009.

Trekking 3Ce l’abbiamo fatta! Una guida, 3 medici, 5 ragazzi e 4 asini. Due giorni di cammino da Biella città, per salire all’Ecomuseo “La Trappa” a pochi chilometri dal Santuario di Oropa, a 1100 metri di altezza; e poi discesa ancora a Biella.
Sei ore di salita, 4 di discesa; con cena, pernottamento, colazione e pranzo alla Trappa, un ex convento di monaci Trappisti, poi adibito a caseificio, ed ora splendidamente recuperato come “ecomuseo” per un turismo silenzioso, in mezzo alla natura ed adatto al ricovero anche di animali da soma.

Sono state due giornate splendenti di sole, con cielo terso, ed in pieno relax; per i ragazzi un primo meritato avvio delle vacanze a fine della scuola.
Poco dopo la partenza abbiamo attraversato la Riserva Naturale “Parco della Burcina”, in prossimità di Biella, dove abbiamo fatto sosta per uno spuntino, essenziale per evitare ipoglicemia dopo 2 ore di cammino, e per riposarsi mezz’ora all’ombra di piante secolari del Parco botanico.
Siamo passati dalla città, per strade, mulattiere, sentieri, ad un paesaggio di montagna incantato, ricco di prati, boschi, greggi di pecore, capre e qualche asino. Ma gli asini sono stati con noi protagonisti dall’inizio alla fine.
Quando vai in montagna fai già una scelta: devi fare un po’ di fatica, ma c’è di solito un compenso. All’arrivo, ci ha premiato la meta: un’ampia vallata, con prati verdissimi, circondata dai monti. A giugno in montagna la natura è in fiore, e lasci dietro a te il primo caldo umido dell’estate della città, oltre che la stanchezza di un anno di scuola o di lavoro.
All’arrivo era il silenzio, interrotto solo dalle campanelle dei greggi, con la brezza dei monti che spira incontro, l’aria pulita, il cielo terso, le montagne di cornice ad una vallata verdissima, con alpeggi sparsi tra macchie di bosco, e ciò che più affascina, un grande sensazione di pace tutto intorno.

Trekking 4Nella notte le stelle sembravano più vicine e più accese, per il cielo pulito senza smog, e qualche lucciola compariva nei prati, vicino a noi. Si chiacchierava volentieri ma poi è prevalsa la stanchezza della giornata.
Anche i sapori dei pasti sono diversi in montagna, cibo al sacco, veloce, per il viaggio, e cena lenta, ottima, con il piacere di scambiare qualche chiacchiera con i gestori del rifugio; e tutto è molto gradito, anche per un certo appetito che sopraviene dopo una giornata di cammino. Per chi vive inoltre le limitazioni imposte dal diabete, è stata gradita anche qualche libertà in più a tavola, come una fetta di dolce, un bicchiere di Coca-Cola non light, e zucchero “vero” nel caffè, tutto con dosi ridotte d’insulina.
Anche questo permette la montagna, dopo un giorno di cammino: anziché le solite limitazioni sulla scelta del cibo, “dover” mangiare quanto di solito è vietato, senza problemi di controllo della glicemia.

Come sono andate le glicemia (sistema di monitoraggio delle glicemia Finetouch Terumo, in mg/dl)? Bene:

Partenza

Sosta

Pranzo Merenda Cena Risveglio Pranzo Arrivo

Chiara

90

66 73 216 121 181 120 57

Cristina

306

264 180 88 159 245 145 88

Emanuele

164

90 135 124 194 70 62

Fabio

40

80 106 180 140 180 150 180

Si sono verificate saltuarie ipoglicemie durante la camminata, mai gravi, che hanno richiesto qualche succo di frutta e qualche zolletta di zucchero o biscotti al cioccolato.

E l’insulina?Con dosaggi dimezzati per i “boli” ai pasti e ridotti del 30% del “basale”, fino al giorno dopo il rientro in città.

Ma perché trekking proprio con gli asini?

Trekking 5E qui una prima considerazione: non usare mai la parola asino per disprezzo! Questo animale è estremamente intelligente. In effetti una caratteristica particolare ce l’ha: è testardo, e se non lo convinci, non parte neppure o ti lascia per strada. Ma Marco -la nostra guida- ci ha insegnato a rassicurare i nostri animali, il che è essenziale per poterli dirigere e farsi portare.

Comunque perlopiù siamo andati a piedi, e solo per brevi tratti si è cavalcato, ma il rapporto che si crea con questi animali è del tutto speciale. Quando hai a che fare con un animale devi arrivare ad un’intesa, soprattutto se questo pesa 150-200 chili, ha quattro zampe, ed è quindi più forte di te. Ma se poi questo animale è testardo come l’asino … devi essere proprio bravo per saperlo convincere di quello che vuoi fargli fare. In effetti –per fortuna- l’asino è un animale socievole, che ama stare con l’uomo così come con i suoi simili. Gradisce le carezze e apprezza anche la tua voce. Non necessita di frusta, morso, o sella. Può essere cavalcato “al pelo” e guidato solo con una cavezza al collo, e … tanta sensibilità.
Il punto è proprio qui. La sensibilità che si richiede è innata nell’uomo come nell’animale che conduce. Ma noi non esercitiamo abitualmente questa istintiva capacità di relazione con gli animali. E camminando in montagna con un asino di fianco la devi far “venir fuori”.
Anche cavalcare un asino è un’arte: devi saperlo dirigere in maniera chiara, con comandi costanti e precisi, ed usare dolcezza, parole e carezze per rassicurarlo bene.
Tutto ciò è capitato nel nostro trekking: all’inizio diffidenza e qualche difficoltà, ma dopo la prima ora di viaggio, ogni ragazzo aveva scelto il suo asino, e ogni asino aveva scelto la sua guida. Ognuno camminava a fianco od appena avanti del suo animale, in perfetta armonia e con reciproca soddisfazione: che bello per un ragazzo avere qualcuno di cui sei responsabile, e …. che ti ubbidisce.

Trekking 6Quando poi un ragazzo si prende cura di un animale, questo gli viene sempre dietro senza mollarlo più. E così è stato. Allora è arrivato il momento per provare a salire in groppa. Se vuoi o te la senti, ovviamente, perché noi eravamo li solo per divertirci. Anche passare in mezzo alla gente, che si volta, tenta un rapido scatto con il cellulare, o ti applaude, additandoti al proprio bambino ti fa sentire in un’importante impresa!

Quali obiettivi educativi che ci eravamo proposti?
Erano sostanzialmente due:

  • insegnare ad adeguare i dosaggi insulinici all’attività fisica, e
  • mantenere un apporto alimentare adeguato a prevenire ipoglicemia nel corso di attività fisica, e dopo il termine della stessa, prevenendo ipoglicemia tardiva.

Ne abbiamo ottenuto un terzo: entrare in una favola che meritava di essere raccontata!
Visita il nostro sito www.agdnovara.it : ripeteremo altre gite.


Ringraziamo:
TREKKING SOMEGGIATO AIGO BLU di dott.sa Alessandra Saccagno
Strada ai monti – Biella, tel. 339 8536692
e
TERUMO ITALIA
fornitrice di FINETOUCH SISTEMA DI MONITORAGGIO DELLE GLICEMIE, e
FINE TOUCH LANCETTE
che hanno reso possibile realizzare questo evento.


DESTINAZIONE: ANTICO MONASTERO OGGI ECOMUSEO DELLA VALLE ELVO.

Aperta e soleggiata, la Valle Elvo è la più ampia delle vallate Biellesi ed occupa tutta l’area ad occidente di Biella. Solo sulla parte più alta prende aspetti maggiormente alpestri, incuneandosi per breve tratto tra imponenti montagne: il Mucrone, il Mars e il Mombarone. Ma non perde, se non oltre i 1500 m., la dolcezza dei versanti, il verde dei pascoli e dei boschi. È qui che si svolge l’itinerario di montagna e cultura, verso una meta affascinante e misteriosa: la Trappa, situata a Sordevolo, in regione Vanej, lungo il Tracciolino, a circa 1000 metri di quota. Da questo singolare monumento storico-architettonico vale la faticosa escursione, ma anche l’ambiente circostante ripaga la fatica del cammino. Siamo sulla sinistra orografica del torrente Elvo, alle pendici del Monte Mucrone, a pochi chilometri dal santuario di Oropa. Indagando le dimensioni economico-sociale, mistica o architettonica, gli studi finora effettuati non hanno risolto l’enigma della sua origine. Costruita nella metà del Settecento per volontà di Gregorio Ambrosetti, esponente di una famiglia di mercanti e imprenditori lanieri di Sordevolo, la “Trappa” così chiamata perchè ospitò 20 frati trappisti tra il 1796 e il 1802 in fuga dalla Francia rivoluzionaria. Nel 1974 fu abbandonata e lasciata in eredità all’Istituto Ambrosetti: questi gli unici dati certi sulla Trappa. Prima del loro arrivo, il complesso fu probabilmente utilizzato per scopi agricoli, per alcune lavorazioni della lana e come dimora signorile. Ma dopo la loro partenza fu abbandonato e utilizzato in piccola parte come stalla.

Il progetto Ecomuseo Valle Elvo e Serra è costituito da un gruppo di persone, nato nel 1998, che avevano in comune l’attenzione verso un luogo, una tradizione, una storia che ritenevano importante non dimenticare e propone un percorso di sviluppo locale basato sulla partecipazione diretta della popolazione alla tutela attiva del proprio patrimonio materiale e immateriale Dalla scorsa estate è aperta la Foresteria della Trappa, ricavata all’interno di un antico complesso monastico e dotata di 20 posti letto, cucina e mensa funzionali alla ricettività in genere.

10 novembre: Leggi il resoconto del Trekking del giugno scorso